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Dislivelli di sole

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Dislivelli di sole

altopiani di rughe e pelle spessa

lo xilofono brinda

riflesso cupo

dei pasti luculliani di una volta.

Questa è la dimensione

del dondolio

in braccio ad una morte barattata

per polsi liberi.

Un incappare

al contrario, nel posto

dove la testa in giù

promette altre viste.

La campagna disdice

l'appuntamento al buio con le spalle

avanti, nebbia e carri

viti sfoltite

odori muffi.

Le acetaie affrante

reclamano sostegni dai solai

crolli

transenne legno e plastica arancione

mille all'ora sui passi carrai stretti

e stanno

facce sbucciate e fichi marci, cotti

mentre nulla è più nullo

di un'ape fuori luogo

sui capelli increspati

di un fiore spento.

Questo, scrive la pace

dal fiato concentrato dell'allodola

che scortica i ricordi

e intasa il labbro

di croste e pane nero

imbocca piccoli

senza poltiglia.

Questo, scrive la gioia ammutolita

nel buco ameno

della pentola d'oro

arcobaleno

tracciato di un sorriso

fuso con i dobloni

della distanza.

Cosa, noi non dovremmo dire mai

allucinati e stanchi dei galoppi

moltiplicati

dai bai su terra dura

male agli zoccoli

unghie di ruggine

e saliva di ferro.

Tutto

ché da dentro ci evade

senza più creare

se non dissenteria

curabile

con capsule d'amore.

Aspetta, che sia ancora il rosmarino

a scrollare la neve

sulle viole selvatiche

là dove sopravvive ai metri bianchi

di coltri avvezze

all'asfissia

allora ti vedrai, senza mutare

il contorno di pali

che descrivevano

il tuo equilibrio

 Francesca Lavinia Ferrari - 28/10/2013 20:52:00 [ leggi altri commenti di Francesca Lavinia Ferrari » ]

Immagini tra desiderio e realtà, sofferenza e nebbia.
Grazie,

F.

 Marco Giovanni Mario Maggi - 25/10/2013 21:48:00 [ leggi altri commenti di Marco Giovanni Mario Maggi » ]

Un continuo di immagini suggestive. Una poesia che lascia le briglie sciolte al pensiero, da leggere più volte, per sentirla ed assaporarla.

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